Ricordarsi dei buoni maestri non guasta, soprattutto quando scarseggiano. Ed è quel che ha fatto molto opportunamente Annunziata “Nunzia” Lai nell’allestire questa sua prima mostra personale, tanto tardiva e sofferta quanto ricca di stimoli e di motivi d’interesse.
Una galleria di convincenti tempere acriliche da cui, insieme a non comuni doti artistiche di base, emergono prepotentemente la benefica influenza de il sicuro bagaglio di conoscenze provenienti alla pittrice sassarese dall’insegnamento di grandi maestri quali Stanis Dessy, Mario Manca e Antonio Azza.
La loro lezione, come dire? ha lasciato il segno e si vede. Nella padronanza tecnico-espressiva, nel rigore stilistico, nel sapiente uso del colore, nella spiccata capacità compositiva, nell’estro e nella fantasia sempre presenti, nel gusto manifesto di una continua ricerca.
Fra sogno e realtà, in una perenne tensione verso il bello e attraverso soluzioni prevalentemente all’insegna dell’informale e dell’astratto, ma anche nel segno palese di un amore per il figurativo mai smesso o dimenticato.
Ne conseguono opere d’indubbio spessore, dinanzi alle quali è impossibile restare indifferenti, non farsi coinvolgere. Quando sono distese e sognanti o complesse e problematiche, che siano intriganti e immediatamente persuasive o fonte di più profonda attenzione e riflessione.
In spazi pittorici e creativi soltanto apparentemente limitati e/o limitanti, stante un’altra straordinaria capacità di Annunziata “Nunzia” Lai: quella di saper estendere, prolungare, proiettare ben oltre la tela ed il visibile i frutti di una sapienza e di una sensibilità artistica davvero apprezzabili.